Redazionali








World Music


Peter Gabriel, l'alfiere della pacifica "crociata" in favore della diffusione della musica etnica, parla di quel "98% di musiche popolari oscurate dal rumoroso 2% della produzione rock".
E se lo dice lui che il rock l'ha fatto così bene per tanti anni e continua a farlo, di questa "crociata" c'è senz'altro bisogno.
Scientia Antiquitatis "World Music" si propone di offrire un piccolo contributo, piccolo ma significativo, di conoscenza della "musica del mondo".
Nel villaggio globale telematico che ci circonda e che mostra sempre più spesso i segni desolanti di un appiattimento culturale alla soglia più bassa, la musica etnica e popolare è una presenza confortante della vitalità creativa delle innumerevoli tradizioni (secolari, millenarie in molti casi) presenti a ogni latitudine.
Tradizioni vive e propositive, che non possono essere ridotte né a serbatoio per un'asettica ricerca scientifica, né territorio da saccheggiare per aggiungere esotici aromi a miscele sonore insipide, volute solo per ragioni di mercato.




Tradizioni che costituiscono un grande affresco coloratissimo, fatto di tasselli viventi, pronti a riutilizzare creativamente ogni impulso e ogni emozione di coloro che tramite esse tuttora si esprimono.
Scientia Antiquitatis "World Music" si propone la presentazione e la sottolineatura, per grandi linee, di un universo culturale infinitamente ricco.
Che va ascoltato e avvicinato per conoscere l'umanità più autentica dei popoli e delle culture, con cui necessita di confrontarsi costantemente la realtà contemporanea per superare l'omologazione culturale, per conquistare il rispetto delle differenze, per praticare il gioco dei prestiti.
Per acquisire una nuova, positiva coscienza.